Per chi, come noi, opera nel settore delle serre o ha a che fare con le materie prime, come ad esempio acciaio e plastica, questi primi mesi del 2021 sono stati davvero sconvolgenti. Abbiamo assistito ad un rapido e continuo aumento dei prezzi in acquisto, fino ad arrivare al periodo attuale dove si è toccati il +50% rispetto ai prezzi degli ultimi mesi del 2020. 

Una situazione difficile da gestire, siccome c’è una totale incertezza in tutto il settore siderurgico, incertezza che si trasforma nel non poter programmare il lavoro e soprattutto nel non poter garantire un prezzo finale al cliente per un lungo periodo. 

Chi ci ha contattato ultimamente per un preventivo, avrà notato che la validità non va oltre i 3 giorni lavorativi, questo perché anche noi subiamo la stessa pressione dalle aziende fornitrici che hanno il timore magari di non poter mantenere lo stesso prezzo stabilito tre giorni prima.

 Le cause di questo sconsiderato aumento sono diverse, ma crediamo che le più significative possano essere queste:

Ilva con produzione più che dimezzata

Dazi della comunità europea verso le nazioni che esportavano materia prima (vedi Cina, Turchia)

Mancanza di container vuoti per spedire materiale

Mancanza di materia prima 

La Cina che raddoppia il fabbisogno interno per l’acciaio

Il mercato canadese – nord americano

Ilva

L’Ilva, l’acciaieria italiana che si trova nei pressi di Taranto, per le svariate vicissitudini (accordi con lo stato mai raggiunti, problemi di inquinamento, azienda mai adeguata agli standard di sicurezza) e altri che non vi stiamo qui a spiegare, ha avuto un crollo delle forniture. Poche linee attive in produzione, commesse bloccate e tantissimo materiale in meno nel circuito acciaio. Per poter reperire i prodotti è stato necessario rivolgersi all’estero con prezzi e modalità di pagamento diverse dalle quelle abituali. La proprietà dell’acciaieria di Taranto, cioè il gruppo Arcelor Mittal presente in tutto il mondo nel settore acciaio, ha il potere di decide i prezzi dell’acciaio in tutta Europa e questa situazione sembra quasi paradossale: l’Ilva cala ogni anno la produzione e nel frattempo il gruppo Mittal produce materiale all’estero, decidendo anche il prezzo di vendita in tutta Europa… questo ci puzza un po’ di speculazione, voi che ne pensate?

Dazi della comunità europea sull’import di acciaio

Avete mai sentito parlare di “dumping”? 

Con questo termine si definisce la pratica per cui le grandi imprese introducono nel mercato europeo dei prodotti a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato. Il prezzo più basso è dovuto a degli aiuti statali alle imprese nel paese di origine o alla sovrapproduzione di un determinato elemento e quindi ad una vendita per eccedenza. La comunità europea, per difendersi da questa concorrenza, adotta diversi strumenti, tra cui l’imposizione di dazi su prodotti oggetto di dumping, nel nostro caso sull’acciaio proveniente in particolar modo dalla Cina e dalla Turchia. La mancanza di materiale in Europa, il prezzo imposto dalle grandi acciaierie e i nuovi dazi, hanno creato un altro presupposto per l’aumento del costo dell’acciaio. 

Container che non tornano alla base

Questa è davvero interessante e sconosciuta a più persone. Mancano i container nei porti. Sì perché la pandemia ha creato anche questa situazione: i container pieni che sono stati imbarcati verso i maggiori porti del mondo, causa appunto della pandemia restano fermi nel porto di destinazione senza avere la possibilità di essere scaricati. Vuoi perché nel paese di destinazione c’è stato un lockdown o perché le attività a cui era destinata la merce nel frattempo hanno chiuso i battenti, ci sono container pieni che non fanno ritorno alla base per essere ricaricati. In termini pratici, un container che viaggia dalla Cina fino al porto di Genova, aveva un costo di 1700,00 dollari, oggi si è passati a 2800,00 dollari e non so se nel frattempo che stiamo scrivendo questo articolo ci sono stati ulteriori aumenti. Ovviamente l’incidenza dell’aumento del trasporto e della mancanza di container in giro per il mondo ha creato un ulteriore aumento sull’acciaio.

Mancanza di materia prima

Giusto un mese fa, un dirigente di uno stabilimento siderurgico dove acquistiamo tubi, ci disse molto francamente “fra un po’ il problema non sarà quanto costa il tubo, ma dove reperire la materia prima per realizzarlo”. Infatti il problema di oggi è proprio trovare materiale e garantirne la consegna. Gli eccessivi aumenti hanno bloccato anche gli acquisti da parte di chi trasforma i coils in tubi tondi, rendendo povero il mercato dell’acciaio. Vedere lievitare velocemente i prezzi ha fatto crescere in loro il timore che questa bolla possa scoppiare da un momento all’altro, con il timore di trovarsi in casa del materiale comprato ad un prezzo alto e da vendere poi ad un costo di mercato molto più basso. 

Meno coils nelle aziende siderurgiche uguale minore materiale da approntare, quella parte che resta costa tantissimo, è una legge di mercato quando tutti cercano qualcosa e quella cosa scarseggia, il prezzo aumenta.

La Cina raddoppia il fabbisogno interno dell’acciaio

Sempre la Cina, quella post pandemia, dopo aver superato in maniera rigida la catastrofe covid-19, ha avuto una forte ripresa interna e in particolar nel settore dell’acciaio. Richieste che hanno portato una delle più grandi fornitrici a livello mondiale nel settore siderurgico a tenere per sé il materiale, facendo così scarseggiare le forniture all’estero.

Il mercato canadese – nord americano

Un mercato fiorente e con prezzi già alti ha portato le aziende siderurgiche a investire dall’altra parte del mondo, considerato anche gli aumenti dei dazi verso l’Europa e i mancati bonus nazionali che le aziende ricevevano per l’export verso il vecchio continente. Possiamo dire che in questo momento conviene vendere in quell’aria geografica per aumentare i guadagni!

Ci saranno sicuramente anche altri fattori che hanno inciso sull’aumento del costo dell’acciaio e di altre materie prime. Molti parlano di speculazione finanziaria, di progetti atti all’acquisizione di grandi gruppi industriali verso aziende in difficoltà. Aziende che prima della pandemia avevano un valore molto alto e che ora potrebbero essere acquistate ad un costo bassissimo. Noi non possiamo sicuramente comprendere macchinazioni così grandi, dobbiamo solo stare attenti ad acquistare al giusto prezzo e vendere senza perdite. Il mercato dell’acciaio è cambiato, in futuro ci saranno dei ribassi, ma la cosa certa è che non si ritornerà ai prezzi del 2020, numeri così bassi non li vedremo più, bensì ci sarà un andamento del mercato tendenzialmente alto che nel corso del tempo oscillerà ma di poco.

Luigi Celano