Il policarbonato è un accessorio che si può aggiungere alla serra per sostituire le parti in telo presenti nella copertura della struttura. Un materiale molto resistente e con un’elevata elasticità che permette di mantenere un clima gradevole all’interno della serra, oltre a fornire una protezione contro i raggi UV dannosi. L’installazione richiede una discreta attenzione, siccome i fogli devono essere forati medianti viti auto perforanti per bloccarli sui tubolari di sostegno, quindi qualche foro fatto a vuoto potrebbe favorire l’ingresso di acqua piovana all’interno della copertura o addirittura qualche vite messa nel posto sbagliato può non fissare bene il pannello lasciandolo in balia di eventuali folate di vento forte.

Ma cos’è il policarbonato?

Il policarbonato è un polimero termoplastico ottenuto dall’acido carbonico, utilizzato nel campo commerciale solo dagli anni 60’ dove la Bayer AG e la General Electric iniziarono una produzione massiva di alcuni prodotti appunto in policarbonato. Un materiale leggero, resistente agli urti, alle deformazioni, respinge i raggi UV dannosi e con una buona capacità di trattenere il calore, rendono questo materiale ideale per essere utilizzato su una serra. 

Il policarbonato è disponibile in diverse configurazioni. Le lastre possono avere un profilo a onda o greca, possono essere delle lastre compatte (tipo vetro) o possono avere una camera interna con delle pareti esterne meglio conosciuto come policarbonato alveolare. 

Utilizzi

Restiamo nel campo agricolo, perché il policarbonato può essere utilizzato davvero in tanti settori, analizzando i due profili più comunemente utilizzati, cioè quello ad onda / greca e quello alveolare.

Policarbonato ad onda o a greca:

Questa tipologia di materiale si presta ottimamente a coprire il tetto di una serra o per essere posto come tamponature perimetrali. Il foglio si curva con facilità sull'arco in modo da fornire una copertura sicura del tetto. La sormonta tra un pannello e l'altro avviene grazie alla sovrapposizione di almeno due “onde” per il profilo ondulato.  Le lastre, per lavorare bene e resistere alle intemperie, necessitano di un appoggio ogni metro e quindi i tubolari che andremo ad utilizzare come sostegno non devono superare questa distanza. Nel caso contrario si rischierebbe lo sfondamento del tetto o una deformazione sulle pareti dove abbiamo fissato le lastre.  Solitamente il foglio posizionato viene bloccato con delle viti auto perforanti ma prima il pannello andrà posizionato sul tubolare di sostegno e come una sorta di sandwich al di sopra sarà presente un profilato ad omega dove appunto iniziamo la foratura. 

Quindi: profilo a omega – pannello di policarbonato – tubolare di sostegno. 

La vite va sempre messa nella parte alta dell’onda o della greca, per due semplici motivi: 

1) Forando nella curva bassa dell’onda rischieremo di portare acqua all’interno, quella zona serve per far scorrere via l’acqua come una sorta di canale e forare lì sarebbe davvero un errore.

2) Forando nella parte alta della curva o della greca il foglio è più stabile e risponde meglio alle deformazioni naturali che potrebbe subire il pannello per il troppo caldo o l’eccessivo freddo. Il policarbonato, come l’acciaio, fa dei piccoli movimenti allungandosi o stringendosi a seconda delle temperature a cui è sottoposto.

Per grandi superfici si possono ordinare anche lastre a misura, in modo da avere di sicuro meno sfrido ma anche meno sovrapposizioni. Con piccole coperture si utilizza dimensioni standard di mercato che solitamente è di 1,265 x 6,00 mt. Da queste dimensioni bisogna cercare di trovare una soluzione ottimale con meno tagli possibili. Ultima nota ma direi anche la più importante, il foglio ha una parte che va esposta all’esterno (quella con protezione UV) e viceversa una parte che si mette all’interno. Logicamente invertire queste superfici non garantisce il corretto funzionamento dei pannelli oltre a creare anche danni alla coltivazione.

Policarbonato alveolare

Il policarbonato alveolare è formato da due pareti esterne più una camera interna. Questo sistema garantisce una K termico più alto rispetto al policarbonato classico ondulato, oltre ad avere anche un costo maggiore. Viene installato nelle pareti della serra e su tetti a due falde, essendo meno flessibile del pannello ad onda tende meno a curvarsi per poter essere posizionato come copertura. Anche questa tipologia ha un lato con protezione UV dannosi e viene fissato alla struttura sempre tramite viti auto perforanti. Stesso discorso per gli appoggi che devono essere montati ad ogni metro per garantire una corretta stabilità del pannello. Il policarbonato alveolare non ha sormonta ma bensì degli appositi profili ad H o a C dove verranno inseriti i pannelli. Sul mercato sono presenti diverse tipologie di spessore per il policarbonato alveolare: più camere interne sono presenti, più è spesso e più aumenta la capacità di trattenere il calore. 

Unico difetto, secondo il mio modesto parere, sta nel fatto che nella fase di montaggio all’interno del pannello, quindi nella camera, possono entrare residui di tagli sul pannello o piccoli microrganismi che resteranno sempre lì una volta fissati gli appositi profili di chiusura sul foglio di policarbonato. Un difetto puramente estetico, siccome proprio questi micro organismi possono creare piccole muffe visibili in trasparenza. 

È chiaro, se dovessimo immaginare una serra ricoperta interamente in policarbonato avremmo certamente un’immagine piacevole. Diventerebbe una super casa per le piante in coltivazione e anche un luogo confortevole dove lavorare, una sorta di stanza con pareti trasparenti immersa nella natura. Il policarbonato è una soluzione da tenere sempre in considerazione, non fatevi ingannare dal costo iniziale, perché una volta montato non va più cambiato (ovviamente escludendo eventi straordinari tipo trombe d’aria o altro) a differenza del classico telo che va sostituito ogni due/tre anni. Inoltre il policarbonato ha anche un certificato che attesta sia la qualità che la durata della trasparenza delle lastre.

Insomma, valutate questa scelta sulle vostre serre!

Saluti, Luigi Celano